Alopecia, calvizie e diradamenti sono un grattacapo per tante persone, soprattutto uomini ma anche tante donne. Si tratta di un argomento complesso con cause diversificate, a volte di semplice e intuitiva risoluzione, mentre altre volte la soluzione non è certamente a portata di mano. In chiave meccanicistica nei casi difficili si tenderebbe a intervenire dando la colpa a qualche sostanza che entra in ballo in queste circostanze, come le prostaglandine PDG2 o il DHT (Diidrotestosterone). È un po’ come dire che sono i pompieri ad appiccare il fuoco perché li troviamo sempre in caso di incendio. A volte queste soluzioni un po’ superficiali non sono altrettanto leggere per quanto riguarda gli effetti collaterali...

Secondo una visione meno meccanicistica, ogni cosa che avviene nell’organismo è comunque comandata dal cervello, che dirige il tutto seguendo dei programmi biologici che qualcuno, per fortuna, inizia a decodificare.
Comunque in autunno le foglie cadono e anche i capelli lo fanno un po’ più del solito, come se la tristezza della stagione si ripercuotesse anche sul nostro capo. Ma se cadono troppo allora ci potrebbe essere qualcosa da comprendere e da aggiustare.

Le origini del problema

Intanto bisogna capire se è un problema momentaneo o se si va in una direzione ben precisa.
Come prima indagine sarebbe utile valutare che il problema non sia genetico/ereditario, dato importante per farsi qualche domanda in più. Non che cambi troppo le cose, però, da quando si parla di epigenetica, sappiamo che il nostro genoma non è così rigido come si immaginava. Sono più rigidi in questo caso gli schemi comportamentali che abbiamo ereditato in famiglia e che portano la genetica a manifestarsi in determinati modi. A questo riguardo in un percorso che deve tenere conto di aspetti ereditari suggerirei di tenere a mente lo Spirito del Ginepro, specie in chi è molto rigido, ma serve lavorare anche su altri fronti.

Andando oltre, ci sono aspetti di carattere ormonale da valutare: entra in gioco il testosterone, che risente di specifici stress, oppure gli equilibri ghiandolari che possono riguardare surrene, ovaio, tiroide e ipofisi. Anche qui la cosa è complessa, ma ci sono diversi gemmoderivati che possono aiutare queste ghiandole a funzionare bene, per esempio Avena sativa sostiene ipofisi, surrene e tiroide; oppure Rubus idaeus che sostiene la normale funzione dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaie, quindi già una accoppiata così sarebbe molto interessante per una donna (magari con Tamarix, che poi vedremo).

Proseguendo nel cercare le cause di questi disturbi, dobbiamo prendere in esame anche il problema nutrizionale, che può partire appunto da una dieta scarsa o povera di vitamine e minerali. Se si ha un transito intestinale problematico, troppo veloce o se c’è una disbiosi con malassorbimento è bene cercare prima una soluzione a questo livello (miscele di Gemmoderivati Stoma, Intest, Juglans regia, Prunus spinosa, ecc).
Tanti invece hanno questi problemi ai capelli perché usano purtroppo alcuni farmaci. In questi casi, per tamponare un po’, si può usare il gemmoderivato di Prunus spinosa, grande depuratore e compatibile con qualsiasi farmaco, compresa la chemio (in abbinamento a Tamarix).

Poi rimangono da considerare il sonno, lo stress e i traumi. Il sonno che manca sta a indicare che il sistema nervoso non si rigenera e quindi, oltre a sedare e a usare piante ipnotiche, bisogna il più delle volte ricaricare le energie con qualcosa di tonificante, come ad esempio: Prunus spinosa, Avena sativa, Ziziphus jujuba gemme o la miscela Asten, magari alternadoli alla sera con Tilia tomentosa o Ans prima di andare a letto, oppure l'estratto idroaloclico Sogni D’oro.
Il termine "stress" vuol dire tutto e niente, come dire “è la vita”. In realtà lo stress è un termine generico che può trovare nella soggettività risposte molto mirate e specifiche. Inoltre lo stress può accrescersi tramite un'alimentazione inadatta che toglie la vitalità piano piano fino a renderci più fragili anche psicologicamente. Spesso ci si sente stressati a causa del troppo lavoro, anche se è più stressante l’atteggiamento con cui lavoriamo rispetto al lavoro in sé... insomma c’è un mondo da svelare e correggere, magari con l'aiuto dei fiori di Bach o con attente autoanalisi.

Se non si riesce a trovare la propria linea, il gemmoderivato di Rosmarinus rimane un buon aiuto generico, perché è un sostegno per la funzione fisiologica del fegato e della bile e, come sappiamo, il capo è attraversato soprattutto dai meridiani di questi organi. In più il Rosmarino è un corroborante, antisenescente, tonico surrenalico, migliora la digestione e il tono dell’umore.

Proprio in funzione della ricrescita si può considerare anche la Betula pubescens scorza di radici o ve ne sono anche altri (Castanea, Thuya, Juglans) da considerare a seconda del quadro. Visto che parlavamo di medicina cinese in quella visione la donna risente spesso di problemi ai capelli perché ha poco sangue (terra-acqua) perdendolo con il ciclo e quindi il Tamarix gallica è nella donna uno dei gemmoderivati più usati per stimolare la ricrescita, specie nei cambi stagionali o in chi ha un atteggiamento rimuginativo.
Con gli uomini, che spesso iniziano anche molto presto, la causa è probabile risenta maggiormente di aspetti psicosomatici. Anche se il problema si può un po’ arginare con la lozione e lo shampoo alla Linfa di Betulla, a un certo punto, vuoi perché cambia qualcosa nella vita o per altri motivi, il problema tende a stabilizzarsi.

Un segnale di perdita dei capelli può cominciare in un momento particolare della vita, allo scoccare di un qualche evento traumatico per esempio. Anche questo richiama un leitmotiv di queste circostanze che correla la caduta delle foglie e dei capelli a un tema di perdita: un lutto, una separazione che possono a loro volta aver portato a un'ulteriore perdita di protezione, o aver perso il contatto con le confortanti carezze materne. Oppure si è persa la propria criniera che regredisce in funzione della propria autostima o rimane segnata come una macchia se ci si è vergognati di qualcosa, cioè se si ha perso l’onore, se si è stati scartati, o se abbiamo subito un'ingiustizia.

Volendo interpretare in generale questo tema di “perdita” c’è un mondo ma a livello soggettivo bisognerebbe trovare la propria via d’accesso al problema e percorrerla. Di certo la parola perdita è apripista. Quante cose si possono perdere: il potere, i soldi, il tempo, le persone, la vitalità, le protezioni (e sentirsi nudi), la libertà, oppure si perdono opportunità (sia materiali che spirituali). Perdere i capelli può anche essere una lezione della vita che ci spinge ad accettare l’inevitabilità della morte, il mutamento o decadimento costante. Affrontando la propria debolezza, questa poi non ha più necessità di manifestarsi con il messaggio del corpo.

Di certo interrogarsi su questi temi porta a conoscersi meglio e potrebbe essere anche avvincente. Un uomo sente di perdere il suo potere e la sua libertà con la maturità, con i ruoli e le responsabilità della società, perdendo il supporto della famiglia d’origine, o dovendo sostenere le responsabilità della nuova situazione o famiglia che può per certi versi subire o su cui può non sentirsi veramente all’altezza, perdendo un po’ della sua fierezza giovanile o anche della sua spensieratezza e gioia. Sta di fatto che le staminali ci sono e il potenziale epigenetico c’è.

Da esempi più pratici si è passati a quelli più simbolici. Per darci un ulteriore stimolo potremmo lasciarci ispirare in questa ricerca dai nostri amici alberi, eterni maestri, che insegnano semplicemente con l’esempio a saper perdere (foglie, rami, fiori, frutti...) e, diciamocelo, in questa società perdere è difficile da accettare. Ma se imparassimo dagli alberi non avremmo di certo problemi con la chioma! Forse la lezione da imparare è solo quella dell’umiltà: smettiamola di ambire alla corona di allori.

Buon autunno a chi sa perdere!

 

di Salvatore Satanassi,
naturopata

Categoria: Bellezza Naturale , Salute e Benessere
Tag: perdita cura capelli capelli calvizie alopecia