Affrontando in modo olistico il tema della malattia, si apprende che essa non è qualcosa di cattivo ma è il mezzo che ci sprona a tornare in carreggiata.

Non tutti i mali vengono per nuocere

Spesso la malattia è ciò che ci conduce alla fine ed è normale valutare tutte le strategie, comprese quelle soppressive del sintomo. Sarebbe però utile, nel percorso ontologico dell’individuo, usare i “jolly” solo nei rari casi della vita in cui sono indispensabili, non perché non esistano alternative, ma perché non sempre vi si può accedere.

Le più comuni manifestazioni che chiamiamo erroneamente “malattie” non hanno i connotati di quelle manifestazioni che invece comportano un reale calo di efficienza e vitalità, cui la parola malattia dovrebbe riferirsi. Mi riferisco per esempio alle malattie esantematiche o alla febbre che, proprio per il loro rapido decorso, nonostante possano apparire non sempre delle passeggiate da affrontare, sono espressione di una reattività sana ed efficace. Sempre più spesso però si diffida da questo comportamento fisiologico dell’organismo ricorrendo subitamente agli antipiretici, come a voler spegnere un interruttore di qualcosa che tuttavia è funzionale.

La funzione della febbre

La febbre è il meccanismo attraverso il quale l’organismo accelera il metabolismo (sopra i 38,5° circa). Somiglia a ciò che avviene con un filtro antiparticolato che brucia quelle scorie che impediscono da più o meno tempo di esprimere un ottimale livello di salute. La febbre è dunque il mezzo attraverso cui l’organismo ha la possibilità di resettarsi e come diceva Ippocrate: “datemi la febbre e curerò ogni malattia”. 

Se a livello biologico la febbre ha la funzione di eliminare alcune scorie, su altri livelli la febbre corrisponde all’elaborazione di blocchi emotivi come il superamento di un trauma o di un vissuto particolare o stati di rabbia o paura. Attraverso questa alterazione metabolica avviene un’integrazione dei vissuti e quindi una vera e propria crescita psichica oltre che ponderale come ce lo dimostrano i bambini.

La paura della febbre

Negli ultimi tempi la febbre è presagio del peggio. Anche chi non ha nulla da temere da essa e cerca di avere uno stile di vita sano è comunque a disagio e vorrebbe cancellarla, magari imbottendosi di ogni sorta di rimedio naturale. Bisogna imparare a guardarla con occhi diversi perché l’ansia, la paura e la mania del controllo non permettono al nostro meraviglioso e perfetto organismo di compiere la sua trasmutazione.

La nostra mente e le nostre emozioni possono infatti inibire la nostra biologia e quindi la vis medicatrix naturae cioè il potere di guarigione insito nella nostra natura. Pensate solo al fatto che talvolta ci viene la febbre nel momento esatto in cui finiamo qualcosa, o partiamo per le vacanze, proprio perché appena ci rilassiamo un attimo il corpo si sente autorizzato a fare la “manutenzione e pulizia dei filtri”. Ebbene dobbiamo riporre fiducia nel nostro corpo se vogliamo che esso possa esserci di supporto, dobbiamo imparare a fidarci, a lasciar fare, a saper attendere e osservare con la giusta attenzione ma senza lasciarci sopraffare da quegli stati d’animo che opprimerebbero chiunque stesse facendo qualcosa per noi.

Come affrontare la febbre

Nonostante la febbre rappresenti una risorsa naturale e priva di costi per depurarci, siamo abituati a volerle sfuggire con ogni mezzo. Quando però viene bloccata chimicamente, ci ritroviamo con delle “ceneri incombuste” che a lungo andare possono accumularsi sempre più bloccando gradualmente e più a fondo le funzioni fisiologiche. 

Prendiamo ad esempio il classico paracetamolo. Questo è un potente ossidante che inibisce il metabolismo del glutatione. Quest’ultimo a livello epatico funge invece da potente antiossidante. Insomma, il farmaco spegne la febbre ma anche la vitalità del fegato che non dimentichiamo essere un organo da tutelare al massimo viste le innumerevoli e ampie funzioni estremamente connesse alla vitalità generale dell’organismo.

Le modalità tradizionali meno moderne di affrontare la febbre sono invece assai diverse perché invece di “disattivare il fegato” ne facilitano il lavoro ed è per questo che oltre a una remissione dei sintomi spontanea se ne trarrà un beneficio generale. 

Esistono tante pratiche che possono rendere fluida una febbre, senza andargli contro ma semmai modulandola e sostenendo l’organismo affinché questo processo avvenga meglio e in modo sicuro:

  • una buona idratazione e l’apporto di sostanze vitali e antiossidanti;
  • evitare di ingerire cibi che possano risultare troppo impegnativi e contrari a ciò che sta avvenendo;
  • effettuare dei bagni derivativi;
  • impostare periodi di depurazione che aiutano a evitare accumuli di scorie troppo impegnativi affinché anche la febbre, quando arriva, fili liscia e senza complicazioni.

Le complicazioni rappresentano “errori” che avvengono durante il processo febbrile e possono essere provocati da azioni sbagliate ad atteggiamenti emozionali o mentali controproducenti che boicottano il lavoro della febbre: la febbre va vissuta come una sauna scelta volontariamente.

Se mancano tutte queste consapevolezze o se si è molto intossicati e fragili, è importante prepararsi al meglio e valutare per tempo le migliori strategie che possiamo adottare per non subire in modo controproducente un evento febbrile. Guardandosi un po’ attorno, con un po’ di pianificazione le cose possono essere ottimizzate.

 

ECHINACEA: il rimedio naturale per attivare il sistema immunitario

L’echinacea, pianta la cui azione è rivolta al rinforzo e all’attivazione del sistema immunitario, viene spesso utilizzata nelle manifestazioni febbrili ma è utile anche in prevenzione.

Una grande risorsa di Madre Natura per supportare non solo le funzioni fisiologiche ma anche gli stati emotivi correlati agli eventi febbrili. Per questo è importare ricordare non solo il classico estratto idroalcolico di Echinacea ma anche il suo rimedio floreale capace di donarci a livello sottile un messaggio di solida armonia e integrazione.

È affascinante notare a tale proposito la meravigliosa geometria di questo fiore che segue la successione di Fibonacci, esprimendo solidità, armonia e ordine. Tutte le qualità di cui abbiamo bisogno per fare nostre e quindi non più ostili, le circostanze che troviamo esternamente o dentro di noi. È appunto questa integrazione che permette di affrontare al meglio le insidie dell’inverno o le situazioni stressanti cui siamo sottoposti. Virtù confermata anche a livello chimico dal suo fitocomplesso che apporta più ponderalmente quell’ordine e che stimola una rapida risposta immunitaria.

Questa meravigliosa pianta e i suoi rimedi ci donano l'opportunità a livello fisico e mentale, di tornare a essere fiduciosi alleati del nostro corpo e in sostanza di noi stessi e quindi solidi e in armonia, per non essere alla mercé degli eventi.

 

La febbre e altre manifestazioni analoghe sono quindi delle opportunità purtroppo sempre più spesso perse. È sufficiente essere ferrati e “attrezzati” sull’argomento per giungervi a confrontarvisi serenamente, imparando a essere onesti con noi stessi e non rimandando quelle semplici comprensioni e domande che dobbiamo porci per essere pienamente noi stessi.

 

di Salvatore Satanassi

Categoria: Salute e Benessere , Visione Olistica
Tag: malattia inverno influenza febbre echinacea